Certificazione energetica cos’è, a cosa serve e come si ottiene

La certificazione energetica è un attestato con l’attribuzione di specifiche classi prestazionali. Si tratta di uno strumento di orientamento del mercato nella direzione della valutazione degli edifici con il miglior rendimento energetico. Questo permette ai cittadini di poter valutare che prestazione energetica ha un edificio e successivamente può confrontarla con valori tecnicamente raggiungibili, all’interno di un bilancio costi/benefici.

Per ottenere l’attestato di certificazione energetica occorrono dei documenti specifici in modo tale da poter lavorare in maniera precisa su tutto l’edificio. Possiamo per esempio annotare una planimetria dell’abitazione, l’anno di costruzione dell’immobile, la provincia e la città di locazione dell’edificio, i dati e le carte catastali del suddetto immobile, le caratteristiche di isolamento e, se è disponibile, il documento relativo alla legge 10/91.

Ci sono dei casi in cui l’attestato di certificazione energetica è obbligatorio. Per esempio se l’edificio è di nuova costruzione, se c’è bisogno di fare un intervento di ristrutturazione che includa un ampliamento del volume dell’edificio, se si vuol fare un intervento che coinvolge più del 25% della superficie disperdente dell’edificio; nel caso in cui si vuol recuperare a fini abitativi un sottotetto esistente; si vuol accedere agli incentivi, per esempio alla detrazione fiscale del 55%; vendere o acquistare un edificio o un’unità immobiliare; si vuol stipulare un contratto di affitto riferito ad una o più unità immobiliari; voler intervenire sull’impianto termico compresa l’installazione di uno nuovo o la sostituzione del generatore di calore.

Passiamo ora a parlare di cosa certifica l’attestato di certificazione energetica.

Per il calcolo della certificazione energetica il tecnico deve valutare una serie di aspetti, a partire dalla zona climatica. Quindi dovrà valutare la posizione e l’orientamento dell’edificio, le sue caratteristiche termiche, l’impianto di condizionamento e di ventilazione, di riscaldamento e di produzione dell’acqua sanitaria, nonché la presenza di sistemi ad energia rinnovabile e pulita (fotovoltaico, eccetera). Infatti, secondo le linee guida per la certificazione energetica, la prestazione energetica complessiva di un immobile si può esprimere con l’indice di prestazione energetica globale EPgl, che altro non è che la sommatoria di altri indici e cioè di EPi, ossia l’indice che rappresenta la prestazione energetica per la climatizzazione invernale, di EPacs, e cioè l’indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria, di EPe, ossia l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva e di EPill, ossia l’indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale. Si tenga conto che, come dicono le linee guida, nel caso di edifici residenziali tutti gli indici sono espressi in kWh/mq all’anno, mentre nel caso di altri edifici (residenze collettive, terziario, industria) tutti gli indici sono espressi in kWh/m3 all’anno. Espletate queste valutazioni (eventualmente supportate da strumentazione idonea e da software dedicati), il tecnico sarà in grado di assegnare l’indice di prestazione energetica e dunque la classe energetica di merito.

La certificazione energetica degli edifici è una procedura di valutazione per valutare il rendimento energetico  prevista dalle direttive europee.

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